E’ possibile una crescita senza limiti?
di Alessandro De Angelis* –
Gli economisti continuano a scrivere che bisogna far ripartire
velocemente i consumi quanto prima. E’ una visione molto limitata e
matematicamente autocontraddittoria, e possiamo dimostrarlo facilmente.
Supponiamo di vivere in un mondo ideale per gli economisti in cui il
PIL cresce del 3% all’anno. Supponiamo che Gesù e i suoi coetanei
nell’anno zero avessero investito 1 euro, e che avessero scelto i loro
investimenti prudentemente. Ora ciascuna delle loro famiglie avrebbe
un capitale di
capitale = 1.03 elevato alla potenza 2020 = 85 milioni di miliardi di
miliardi di euro.
Una cifra tale da comperare tutta la Terra, il sistema solare,
eccetera. In Italia abbiamo un bilancio di 800 miliardi: briciole. Con
un capitale come quello finanziare l’intero fabbisogno dello Stato
sarebbe come per me donare meno di un centesimo. I crolli di questo
tipo di sistema sono intrinseci al sistema stesso: questo sistema deve
crollare ogni tanto, per forza, perché non ci sono risorse per
mantenerne la crescita. E sia a ogni crescita sia a ogni crollo chi sa
come usare il mercato azionario ruba risorse sia agli sprovveduti che
hanno affidato i loro risparmi ai guru della finanza e sia agli
sfortunati che vivono nelle regioni del mondo in cui non c’è accesso
al mercato finanziario (sfortunati che poi devono cercare posti in cui
poter mantenere in vita se stessi e le loro famiglie, e che disturbano
le nostre coscienze quando muoiono nel Mediterraneo).
Ma non e’ questo il punto principale. Il punto principale e’ che il
sistema e’ fisicamente insostenibile: non essendo la Terra infinita
non possiamo sfruttarla all’infinito. Se la Terra e’ un pallone da
calcio, la biosfera e’ un foglio di carta avvolto attorno. Un sottile
foglio di carta. E al di la’ di riempirci la bocca si parole stiamo
incomprensibilmente ignorando questo problema, che e’ il problema del
secolo.
Quindi: quando qualcuno ci parla di far ripartire i consumi ai livelli
di prima ci sta truffando, e sta truffando l’umanità nel suo futuro.
E’ gente che non produce niente: ne’ cibo, ne’ oggetti, ne’ cultura.
Come potrebbero i signori economisti moltiplicare i beni? Forse
mostrando le loro azioni agli orti e sperando che gli orti vedendole
generino frutti? No, cosi’ non si produce niente, ma si parassita
soltanto!
Speriamo che alla fine di questa crisi il traffico insensato sulle
autostrade non ricresca, e che la finanza muoia. Perché la finanza non
produce niente, e’ parassitaria. Speriamo che le banche non investano
più nella finanza (basterebbe una legge in tal senso), che tengano al
sicuro i nostri risparmi dandoci l’1% e li prestino al 3% a chi vuole
lavorare. Che ci sia meno economia, più cultura, più scienza, più
rispetto per chi produce e chi lavora, e soprattutto più umanesimo.
* Astrofisico, professore ordinario di fisica sperimentale a Padova