Riorganizzazione sociale e dei territori

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La crisi economica ha portato in evidenza la necessità e la possibilità di riprogettare il modo con il quale viviamo nelle aggregazioni umane.

Dobbiamo riprogettare le forme di relazione che possono modificare la produzione di cibo, merci, servizi e le loro modalità di consumo e di fruizione. Le reti di condivisione sociale consentono oggi di progettare nuove forme di produzione e di consumo, di rimettere in connessione l’autoproduzione e le conoscenze necessarie attraverso relazioni possibili con i social, che consentono di amplificare la nostra possibilità di riprogettare, costruire e utilizzare oggetti, merci e servizi. La produzione di cibo può tornare a essere connessa al territorio limitrofo alla zona di consumo e riattivare, non solo margini economici per chi produce, ma consapevolezza su cosa e come lo si fa. Lo stesso cibo può uscire dal ciclo della sua mera industrializzazione e dello sfruttamento sistematico e crudele delle forme di vita. Gli sprechi possono essere spazzati via e garantire cibo a tutta l’umanità.

La riprogettazione sociale e territoriale può essere un pezzo importante della nuova modalità di riorganizzazione dell’economia generale se si integra con i processi generali di transizione e si candida a garantire il nesso costante con il livello dei bisogni reali che emergono nel territorio.
La logica del trasporto dovrà basarsi su una necessaria riprogettazione poggiando sulla ricalibrazione della scala delle priorità: pedonale, bicicletta, pubblico, motociclo e il disincentivo di quello individuale su auto. Il fabbisogno di case dovrà partire anche da un recupero del ruolo pubblico attraverso la progressiva trasparenza delle proprietà a disposizione e anche a possibili acquisizioni progressive di quello privato esistente. La formazione può divenire una prassi di scambio permanente che si organizza socialmente integrandosi con una nuova offerta di formazione pubblica. La cultura può trasformarsi in un diritto sociale e in un lavoro di nuova tipologia per chi la produce. La nostra vita può uscire dalle quattro pareti chiuse con la solitudine televisiva integrata e tornare ad essere connessione con le persone, l’ambiente, gli animali, il mondo.

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