POLITICHE
Ma noi cosa vogliamo? Pillole di proposte politiche…
Il Ruolo delle politiche pubbliche
Le scelte di politica che devono essere compiute dai governi dovranno essere in sintonia con i processi di produzione delle economie della condivisione e della sostenibilità, della riprogettazione sociale e territoriale e delle nuove forme di libertà nell’era digitale. Le risorse pubbliche dovranno essere orientate alle nuove forme di produzione, di consumo di riorganizzazione delle reti di socialità che, attraverso la rete, i corpi sociali sperimentano in continuazione. I criteri di selezione delle risposte da dare alle crisi in atto dovranno rispettare i vincoli necessari a far avanzare le nuove forme e modalità del produrre e del consumare. L’orientamento dovrà rispondere alla possibilità di riorganizzare bisogni e necessità in funzione delle forme di riprogettazione del territorio e della cooperazione sociale. I soldi della collettività dovranno andare sempre più dal semplice sostegno del ciclo economico e degli apparati statali connessi, alla progettazione e al sostegno delle forme di produzione autorganizzata, delle filiere corte, della riduzione delle necessità di merci necessarie e dei rifiuti, nella possibilità di lavoro nel riciclo e nell’aggiustaggio, nella possibilità di riutilizzo creativo e nel recupero delle materie al termine del ciclo di vita.
Qualsiasi sia la fine della Unione Monetaria occorrerà superare il concetto di PIL come unico parametro del benessere dei popoli.
L’orientamento al BES (Benessere Equo e Sostenibile) che è già un indice indagato dall’ISTAT, deve condizionare stabilmente l’intervento pubblico, in particolare alla luce dei limiti che la lotta al virus ha evidenziato. Non si potrà piu’ prescindere da verifiche “ dal basso “ delle politiche perseguite coinvolgendo strutture territoriali autoorganizzate anche al di fuori dei consueti circuiti rappresentativi.
Le Tecnologie della vita
Le tecnologie dell’intelligenza artificiale e della blockchain consentono di rendere “ intelligente “ il territorio in cui si vive, aumentare la possibilità e l’efficienza dei servizi al territorio d e di assistenza anche individuale, di innescare modelli di economie delle 4R ( riciclo, riuso, riparazione , riduzione), quelle delle economie circolari, quelle del dono e di espandere la potenza della grande intuizione delle “ banche del tempo “ e offrire una opportunità nuova alle autoproduzioni che nascono nei territori.
L’uso dei dati ricavabili dai processi di vita e sociali, inoltre, oltre che restare a disposizione degli stessi proprietari , a differenza di quanto accade oggi con le piattaforme social, può fornire una fonte preziosa per generare analisi sulle esigenze di un territorio e predittive di fenomeni naturali e modelli di soddisfacimento dei bisogni.
L’uso dell’intelligenza artificiale nell’analizzare flussi di dati renderà dinamica la progettazione degli interventi sui servizi legati al fabbisogno sociale del quartiere.
Ogni campo di attività può essere generatore di piattaforme di servizio specifico, appositamente studiate per svolgere attività legate alla vita del cittadino. Esse consentono di rendere “stabile” la forma della relazione e del meccanismo sulla base del quale funziona chiamando anche alla partecipazione sulla sua elaborazione. Una partecipazione però non passiva, ma che inizia proprio dalla fase di progettazione della “logica” del funzionamento stesso.
Dagli interventi sulla catena della produzione-consumo relativa al cibo (fattorie sociali, fattorie private che insistono sul territorio, forme di acquisto sociale e controllato, ecc.) alla gestione degli asili nido e degli spazi di ritrovo pubblici ed autogestiti; dalle assistenze in campo socio-sanitario (anche integrativo rispetto alla sanità pubblica) in grado di offrire interventi di prossimità negli ambiti piu’ disparati (tossico dipendenze , assistenza anziani, ludopatie, assistenza sociale , ecc.). Dalle attività culturali prodotte dal territorio (anche su spazi pubblici inutilizzati o attraverso convenzioni con strutture pubbliche, alle già ricordate “banche del tempo” che potrebbero essere riprogettate consentendo aumento della capacità resiliente del territorio.
Ancora. L’organizzazione di piattaforme per il trasporto da e verso il quartiere ridurrebbe l’inquinamento. Cosi come la produzione e gestione sociale delle fonti energetiche romperebbe lo schema distributivo classico aumentando la consapevolezza sui consumi e riducendone l’impatto economico sulle famiglie.