Per un incontro della sinistra nell’era digitale e del cambiamento climatico
un appello verso la Transizione
La società umana attraversa la più grande trasformazione della sua storia. La sorte di classi sociali, stati nazionali, settori produttivi, lavori, relazioni e la stessa evoluzione umana e delle specie viventi sono ri-descritti. Le grandi rivoluzioni nel campo della genetica, della robotica, dell’intelligenza artificiale, delle nanotecnologie, si sommano all’incapacità del mercato capitalistico di redistribuire le ricchezze da esso prodotte e all’impatto degli effetti ambientali causati dall’industrializzazione.
È una illusione che a questa “crisi” la sinistra e la politica possano rispondere con semplici soluzioni di sostegno della domanda o con l’idea di una “ripresa” di questo modello economico.
Questa trasformazione mette in discussione le forme delle decisioni collettive e della politica. I grandi partiti di massa si sfaldano sotto la pressione di un cambiamento che non sono in grado di analizzare, comprendere e governare. I gruppi dirigenti delle grandi organizzazioni di massa del passato perdono la loro autorevolezza e riconoscibilità. Le stesse istituzioni perdono autorità e senso.
I cambiamenti in atto, però, non solo non risolvono le grandi contraddizioni sociali e politiche del passato ma aggravano diseguaglianze, ingiustizie, distruzione dell’ambiente e aumentano nuove esclusioni, povertà, concentrazioni di ricchezze e di poteri.
Le implicazioni dell’incapacità a governare la transizione verso un altro modello sociale saranno drammatiche. Il proseguimento dell’attuale modello di produzione e di consumo annuncia la concreta possibilità di una implosione del modello stesso, con la relativa crisi della stessa civiltà umana.
L’umanità non ha molto tempo: la finestra per indirizzare la vita sul pianeta in maniera diversa sta per chiudersi.
Le nuove conoscenze e le nuove acquisizioni, però, aprono ad opportunità mai conosciute. Grandi processi di condivisione, di collaborazione, di cooperazione, di consapevolezza abilitano la possibilità di produrre una transizione verso forme di Economia del valore d’uso, annunciando la fine di secoli di egemonia del modello capitalistico di soddisfacimento dei bisogni. Queste forme, però, necessitano di nuova teoria e di nuove pratiche politiche per diventare ipotesi generali.
La sinistra del XXI secolo esisterà solo se saprà uscire dalla fase della semplice rivendicazione di “briciole di diritti e di salario” al ciclo del capitale e praticare ciò che le nuove conoscenze diffuse consentono nella riorganizzare della produzione, del consumo e della vita.
La solitudine degli attivisti che sperimentano già nuove forme di produzione, di consumo, di relazione sociale e di relazione con l’ambiente, va trasformata in soggettività politica. Una nuova forma di intervento della dimensione pubblica deve poter attivare lo sviluppo di beni e servizi basati su autogestione di beni comuni e su produzioni fondate su piattaforme di condivisione di nuova generazione. Fuori dalla logica delle merci, oggi è possibile sia ridurre produzione e impatto umano sul pianeta, sia soddisfare un numero più alto di bisogni. Lo stesso “lavoro” può iniziare a fuoriuscire dalla gabbia della condizione salariata.
Per questo non solo non rivendichiamo nessuna “neutralità” rispetto alle storie politiche del passato ma ci sentiamo e siamo assolutamente sia “di parte”, sia “generali”. Abbiamo bisogno di avere la percezione delle radici antiche che hanno i processi di lotta per la liberazione umana, ma allo stesso tempo abbiamo la necessità di una nuova pianta e di nuovi frutti. Non esistono ricette da copiare dagli scaffali, né vecchi gruppi dirigenti da ri-legittimare. Vogliamo avere radici salde nella lunga storia della lotta per la liberazione umana ma abbiamo analisi e idee nuove e all’altezza del confronto con le grandi trasformazioni del capitalismo dell’era digitale.
Intraprendere questo percorso è tanto più necessario e urgente in quanto grandi fasce popolari, del lavoro, del ceto medio e dell’intellettualità appaiono disarmate e smarrite, scoraggiate e conquistate dal neo-nazionalismo razzista della nuove destre.
Il nostro appello per un incontro di questa sinistra è per noi un impegno di lavoro condiviso e permanente per estendere una nuova consapevolezza e una rinnovata volontà di partecipazione, organizzata e incisiva, nell’attuale transizione al fine di approdare ad una nuova e più avanzata civiltà umana.
Noi sappiamo che ora il cammino del cambiamento per la liberazione umana deve e può riprendere!
Primi firmatari: Sergio Bellucci, Catia De Angelis, Valentino Filippetti, Grazia Francescato, Sergio Gentili, Simonetta Carrarini, Mario Agostinelli, Amarildo Arzuffi, Analita Polticchia, Piercarlo Ravasio, Luca Lo Bianco, Fabio Del Papa, Francesco Tupone, Domenico Fiormonte, Enrico Capuano, Mario Catini, Glauco Benigni, Stefano Simoncini, Athos Gualazzi, Valerio Marinelli, Marco Trotta, Maurizio Zammataro, Pier Paolo Mocci, Fabrizio Fassio, Michele Zacchi, Mario Sommella.