Economie della sostenibilità e della condivisione
La crisi economica che ha investito il pianeta è una crisi da cui possiamo uscire solo riprogettando la modalità di produrre, di consumare, di vivere. Per questo non sono utili le ricette che puntano alla semplice ri/partenza di un ciclo economico qualunque. I processi di trasformazione del lavoro, attraverso le potenzialità del digitale, possono essere piegati dagli interessi di chi accumula sempre più ricchezza verso forme di liberazione progressiva del tempo di vita. Non c’è una sola soluzione ai problemi che abbiamo davanti.
L’umanità, la Terra hanno bisogno di una nuova strada del nostro fare. Per questo la sinistra di questo secolo ha compiti vecchi e nuovi: non solo uguaglianza e diritti, ma anche la costruzione di pratiche di vita nuove rispetto al presente, qui ed ora. Per far ciò, deve lavorare nei processi di de-mercificazione della vita, di costruzione di nuovi nessi tra il fare, le risorse disponibili, i cicli di sostenibilità e un nuovo approccio di relazione con il resto delle cose viventi del pianeta. Le conoscenze a nostra disposizione e le tecnologie disponibili oggi consentono di costruire la transizione verso un nuovo modo di stare nel pianeta, di co-abitare con animali e piante, di essere in sintonia con i processi vitali e non rinunciare alle cose vere di cui si ha bisogno. Bisogna ripensare il ciclo economico e la vita sociale, non garantire la semplice ripresa di un modello che ha portato il pianeta alla crisi e consente di accumulare ricchezze spropositate in mano di pochi, rendendo di fatto schiavo il resto del pianeta.
Questo, oggi, è alla nostra portata! E possiamo iniziare a praticarlo da subito, anche senza delegare la costruzione del mondo di domani a dopo una vittoria elettorale. Anzi, questo garantirà stabilità al progetto di cambiamento quando sconfiggeremo elettoralmente il vecchio potere esistente, che si ammanta di nuovo per ingannarci tutti.